Assemblea del 4-08-2010-STRIZZOLO-interrogazione a risposta orale
Scritto da Antonio Scardinale - www.palazzosangervasio.net
Venerdì 20 Agosto 2010 22:52
nterrogazioni a risposta orale:
STRIZZOLO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
a Palazzo San Gervasio, provincia di Potenza, nasce nel 1999 - anno in cui un
gruppo di cittadini decide di costituire volontariamente un «Comitato di accoglienza per i lavoratori extra-comunitari» - un centro per dare una sistemazione dignitosa alle centinaia di lavoratori extra-comunitari che ogni anno affluiscono nel territorio del Comune di Palazzo San Gervasio, prevalentemente per la raccolta di prodotti agricoli;
in occasione di una recente missione di una delegazione del Comitato Parlamentare Schengen, Europol e immigrazione l'interrogante ha acquisito le informazioni che seguono:il territorio è da tempo immemore vocato alla coltura del pomodoro: l'«oro rosso» di Palazzo San Gervasio e i lavoratori - quasi esclusivamente immigrati extracomunitari - arrivano attirati dalla possibilità di un lavoro nei campi;
prima del 1999 e, quindi, prima della costituzione del comitato cittadino, i lavoratori stanziavano nei pressi della «fontana del fico». Tale alloggiamento non garantiva loro alcun tipo di servizio ed anzi li costringeva a vivere in una situazione di profondo degrado ed abbandono (non molto diversa da quella attuale);
nel 1999, nel territorio di Palazzo San Gervasio, viene confiscata, ad un privato, l'area in C. da Piani. La confisca consente, sulla base delle norme vigenti, di dedicare quell'area proprio alla sistemazione dei lavoratori extra-comunitari;
la destinazione di una apposita area sembra essere la soluzione di tutti i problemi;
nell'area sono presenti una casa ed un capannone. Sin da subito la casa viene utilizzata come presidio per i volontari e, saltuariamente, come infermeria; il capannone invece viene utilizzato parte come dormitorio (senza alcuna branda) e parte come moschea per consentire la preghiera quotidiana;
negli anni, dal 1999 ad oggi, vengono costruiti e (solo apparentemente) ricostruiti di anno in anno, all'interno dell'area, i servizi igienici (6 bagni alla turca e 6 docce con acqua calda disponibile per al massimo 2 ore al giorno), una sorta di box per le cucine; viene approntata una precaria sistemazione logistica dell'area e messo in opera un impianto antincendio;
i servizi sopra menzionati non sono assolutamente in numero adeguato alla popolazione migrante che ogni anno stanzia nell'area; ci sono stati anni come il 2009, infatti, in cui a Palazzo San Gervasio sono arrivati più di 1000 lavoratori e che. comunque, tale numero di servizi non è neppure sufficiente ad assicurare le esigenze di 150 persone;
purtroppo i servizi e le opere murarie necessitano ogni anno di manutenzione (se non di totale rifacimento), un po' per il normale utilizzo e la mancata adeguata attenzione, molto di più per la sciagurata concezione di poter utilizzare gli impianti presenti nell'area come pezzi di ricambio facilmente reperibili;
così sembra di ritornare ogni anno al punto di partenza;
ad oggi, malgrado tutti i fondi stanziati (euro 36.151,98 nel 2000 DGR 2605 del 4 dicembre 2000; euro 82.633,00 nel 2001; euro 46.4881,12 nel 2002 DGR 2318 del 29 ottobre 2001; euro 40.000 nel 2003 DGR 2408 del 15 dicembre 2003; euro 30.000 anno 2004 DGR 3058 del 20 dicembre 2004; euro 10.000 nel 2005 Det. 744 del 1o dicembre 2005; euro 150.000 nel 2006 DGR 1477 del 9 ottobre 2006; euro 150.000 nel 2007 DGR 1139 del 17 agosto 2007; euro 225.000 (150.000 assessorato infrastrutture opere pubbliche e 75.000 DGR 1538 del 31 agosto 2009 nel 2009 per un totale delle risorse finanziarie regionali per le politiche a favore dei migranti assegnate e trasferite al comune di Palazzo San Gervasio dal 2000 al 2009 pari ad euro 770.266,10) per la sistemazione dell'area «accoglienza», la situazione è peggiore di quella del 1999, anno in cui il campo è stato ufficialmente aperto;
i migranti da sempre sono costretti a dormire sui cartoni o in tende monoposto vendute dall'amministrazione comunale nel 2008 ad euro 10,00 cadauno (solo nel 2009 sono arrivati 200 letti); a lavarsi con acqua fredda (quando c'è) anche nei mesi che vanno fino a novembre inoltrato; a vivere in condizioni igienico sanitarie del tutto inesistenti;
la pulizia del campo accoglienza è impossibile poiché l'area non è dotata di pavimentazione e risulta quindi difficile riuscire a pulire il fango in cui questi uomini sono costretti a vivere. Da anni la casa adibita ad infermeria è in gravissimo stato di degrado; il capannone è stato soltanto imbiancato esternamente e tamponato il tetto in alcuni punti; i bagni sono stati semplicemente imbiancati esternamente lasciando le tubature e gli scarichi in stato di otturazione;
nel 2009 in accordo con la protezione civile regionale sono state acquistate strutture e mezzi destinati all'ampliamento della dotazione della Protezione Civile locale e che avrebbero dovuto essere messi a disposizione dei lavoratori stagionali e quindi dell'area (n. 2 tensostrutture; bagni chimici e moduli docce). Strutture che, al contrario, non sono mai arrivate se non un'unica tensostruttura;
visti tutti i fondi stanziati e le condizioni dell'area si dovrebbe probabilmente guardare con attenzione le rendicontazioni, cominciando a far luce sulle effettive modalità di spesa applicate;
la Caritas diocesana di Acerenza ha finanziato il presidio medico quotidiano della CRI all'interno dell'area. Medici ed infermieri prestano servizio a sostegno dei lavoratori stagionali che mostrano situazioni precarie di salute visitando i pazienti, dispensando le cure medicinali e, ove è necessario, trasportandoli nei ricoveri ospedalieri più vicini;
inoltre, dal coordinamento rete della Caritas diocesana di Acerenza. in tutte le parrocchie presenti sul territorio diocesano, parte una raccolta di vestiario e coperte per far fronte alle necessità degli immigrati stanziati nell'area;
preso atto del sovraffollamento del campo accoglienza e quindi del fatto che numerose persone sostano dormendo all'aperto è stato chiesto al vescovo monsignore Ricchiuti, di acquistare sacchi a pelo da distribuire a chi dorme all'aperto sul pavimento;
l'associazione Ruah, inoltre, mette in atto programmi di animazione e integrazione;
con la presenza costante e continuativa all'interno del campo accoglienza, si adempie gratuitamente anche a tutte le procedure per i rinnovi e/o i problemi riguardanti i permessi di soggiorno mantenendo contatti e rapporti con la questura di Potenza. Questo però non basta;
l'area, detta di accoglienza, diviene di anno in anno un piccolo comune a sé stante ed autogestito: si sviluppano così svariate categorie di persone: lavoratori stagionali, caporali extracomunitari che operano in strettissimo contatto con i caporali locali italiani; spacciatori; venditori abusivi di materiale di ogni genere; strozzini (per esempio per chi non ha denaro e necessita di generi alimentari e non, il prezzo di ogni bene si duplica di giorno in giorno sino all'avvenuto pagamento). All'interno dell'area pare trovino libero accesso soggetti che si rivolgono agli spacciatori sopra menzionati; venditori di bestiame e «caporali». I controlli paiono essere assolutamente inadeguati da parte di tutti i soggetti istituzionali ad essi preposti;
nel 2009 vi era un regolamento preciso e dettagliato sottoscritto dall'amministrazione comunale e approvato dalla commissione regionale per l'immigrazione e dal dipartimento salute, sicurezza e solidarietà sociale della Regione Basilicata che prevedeva l'ingresso controllato - sino ad un massimo di 200 persone (tante quanti i letti acquistati) - con un orario di entrata e di uscita; all'interno dell'area il
divieto di allestimento delle cucine e di «negozi» abusivi; il divieto di montaggio di accampamenti di fortuna; il divieto assoluto di ogni sorta di vendita e di speculazione. Regolamento, (questo come quelli di ogni anno) completamente ignorato;
sempre nel 2009 sono stati assunti dall'amministrazione comunale lavoratori interinali con il compito di controllare i permessi di soggiorno; dipendenti questi, assunti senza alcuna competenza o professionalità. (Sono state considerate idonee all'accesso, per esempio, anche tessere delle mense Caritas «puglia» e tesserini di ogni genere). Controlli che, in ogni caso, sono stati effettuati esclusivamente per i primi pochi ingressi;
il servizio infermeria è stato effettuato dai volontari della Croce rossa sotto richiesta dell'arcidiocesi di Acerenza, in quanto l'ASL (attuale ASP) locale ha rifiutato ogni sorta di collaborazione e/o responsabilità;
sempre rispetto all'operato dell'ASP. nel territorio di Palazzo San Gervasio non vengono rilasciati tesserini STP che per legge spettano ad ogni migrante;
le uniche presenze assidue e costanti sulle quali i migranti lavoratori stagionali posso concretamente contare, anche dal punto di vista dell'ascolto, dello svago e del sostegno morale, sono i pochissimi volontari delle varie associazioni. Il ruolo svolto è mirato a molteplici versanti ed aspetti. Dalla distribuzione di beni di prima necessità (per ostacolare la speculazione dei venditori) cibo, vestiario, coperte e materassi all'assistenza medica e legale. Tutte le pratiche per i permessi di soggiorno e quindi i rapporti con le questure vengono svolte con non poche difficoltà (in quanto stagionali la tempistica a disposizione è sempre molto scarsa) esclusivamente da questi ultimi;
nel corso di un incontro della delegazione del Comitato parlamentare Schengen, Europol e Immigrazione con le diverse autorità locali, il sindaco di Palazzo San Gervasio ha rappresentato - nonostante le precarie condizioni igienico-sanitarie e le evidenti carenze che presentano il fabbricato e l'area adibita a centro di accoglienza per una sistemazione dignitosa per gli esseri umani - l'intenzione di autorizzare l'apertura dell'area per accogliere comunque i lavoratori immigrati che operano nella zona -:
quali iniziative di competenza intendano assumere i Ministri interrogati per assicurare un'accoglienza dignitosa ai lavoratori e per effettuare tutti i necessari controlli e verifiche per garantire la sicurezza e il rispetto delle norme igienico-sanitarie, della legislazione in materia di lavoro e previdenza sociale e delle normative di ordine fiscale e tributario.
(3-01208)
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